I GIOIELLI INNOVATIVI DEL DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA
Oro giallo, verde o rosso e senza sostanze tossiche: ci pensano i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università di Lecce.
Non solo microveicoli elettrici, robot-portieri, saldature di palette di turbine aeronautiche in collaborazione con Rolls Royce e Chimica dell'Ambiente. Al Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università degli Studi di Lecce c'è anche chi pensa ai gioielli.
Alla faccia di chi crede che i cervelloni della Stecca siano attratti unicamente dai motori, dalle intelligenze artificiali e dalla pulitura dei Beni Culturali. Ottenere l'oro sia giallo, che bianco, rosso o verde e senza sostanze tossiche è il tema degli studi del piccolo, ma agguerrito gruppo di Elettrochimica, guidato dal Professor Benedetto Bozzini, un ingegnere nucleare milanese di trentanove anni arrivato a Lecce alla fine del '98, e costituito dal ricercatore Claudio Mele e da due dottorandi che operano già in ambito industriale. Nella sua squadra ci sono anche dei giovani tesisti che hanno scelto di orientare il proprio lavoro conclusivo del corso di studi universitari proprio nell'ambito dell'elettrochimica.
LA RICERCA : Sono tante le attività svolte dalla squadra del Professor Benedetto Bozzini e del suoi collaboratori, che si occupano essenzialmente di studiare i metalli con un approccio elettrochimico. In parole povere vengono analizzate con diversi approcci le reazioni che interessano il metallo immerso in un liquido in presenza di correnti elettriche. Esso si può sciogliere diventando un sale oppure può verificarsi la reazione inversa: il sale disciolto torna metallo. Incredibile ma vero, nel laboratorio di Elettrochimica si osservano delle bottiglie piene di liquido colorato che altro non sono che metallo. Il rame o l'oro, infatti, attraverso opportune reazioni elettrochimiche, catodiche e anodiche, assumono l'aspetto di metallo solido o sale disciolto. Capire queste interazioni è fondamentale per indagare sul comportamento del metallo e mettere a punto tecniche innovative di elettrodeposizione.
L'ORO COLORATO E NON TOSSICO: Attraverso le tecniche di elettrodeposizione messe a punto dall'equipe del Professor Benedetto Bozzini è possibile ottenere gioielli d'oro di varie colorazioni: giallo, bianco e rosso, ma anche verde. Si studiano, infatti, i meccanismi fisici alla base della formazione del colore andando ad interessarsi di come un liquido si deposita su una superficie. L'elettroformatura è un metodo per ottenere gioielli cavi. Si applica dalla fine dell'800 a metalli come l'argento, il nichel e l'oro, ma fino ad ora è stato applicato solo all'oro giallo.
Non tutti sanno, inoltre, che l'oro giallo elettroformato normalmente contiene una certa percentuale di Cadmio, un metallo tossico e cancerogeno, che si aggiunge all'oro per migliorane le proprietà meccaniche. Se venisse esposto in una vetrina di una gioielleria, infatti, un gioiello in oro senza cadmio, esso dopo solo una settimana si romperebbe. Avverrebbe, cioè il cosiddetto fenomeno della "frattura differita" che interessa i gioielli elettroformati. Il cadmio allora è indispensabile per sfoggiare collier e bracciali d'oro prodotti con la tecnica della "gioielleria cava?" Sembrerebbe di sì, ma per fortuna, il Professor Bozzini e la sua equipe hanno scoperto che esiste un particolare tipo di sapone che lo può sostituire, senza alterarne le proprietà di resistenza a frattura differita e riuscendo ad evitare, al tempo stesso, la tossicità del cadmio. Inoltre sono stati anche realizzati dei gioielli compositi di oro e ceramica: la ceramica permette di incrementare notevolmente l'elasticità del gioiello senza perdere in valore, in quanto la caratura resta invariata. Per oro 18 carati, infatti, si intende che i 18/24 in peso del gioiello sono costituiti da oro puro, il resto può essere qualsiasi cosa, quindi anche la ceramica, che fa gonfiare l'oggetto, avendo una densità che è pari ad un quarto di quella dell'oro. Basti pensare, infatti, che una sola aggiunta del 2% di ceramica fa letteralmente raddoppiare il volume del manufatto in oro. Nei gioielli comuni i 6/24 rimanenti sono costituti da argento: il rame tende a dare la colorazione rossa, l'argento schiarisce.
LA RICERCA APPLICATA ALLA STORIA: L'equipe di elettrochimica mette le sue competenze a disposizione anche dei Beni Culturali, interessandosi del cosiddetto "cancro del bronzo", che interessa i manufatti artistici antichi. E' fondamentale che gli esperti di elettrochimica del metalli si occupino della diagnostica e riparazione dei beni culturali. Attraverso le loro indagini si possono operare interventi preziosi per i beni culturali. Non solo. Il Professor Bozzini si interessa anche della corrosione degli oggetti d'argento o di bronzo, come le monete antiche. In stretta sinergia con il numismatico Aldo Siciliano, direttore del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università degli Studi di Lecce, sono in corso analisi di antiche monete che tendono a stabilire l'effettivo stato di corrosione degli oggetti presi in esame di volta in volta. |