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Rassegna Stampa -> Rassegna Stampa - anno 2004

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ore 19:56

CONTRO DDL MORATTI
 

CRESCE IL DISSENSO VERSO LA "CONTRORIFORMA" MORATTI SULL'UNIVERSITA'

(DDL per il riordino dello stato giuridico dei professori universitari)

I RICERCATORI DI INGEGNERIA SCENDONO IN CAMPO

I motivi per cominciare un'astensione dalle lezioni ci sarebbero già tutti, ma i ricercatori universitari della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Lecce, hanno deciso di manifestare ufficialmente il loro dissenso a partire dal prossimo 11 ottobre. Sono agguerriti e motivati a far conoscere le loro ragioni, perché, come dicono coralmente, la loro "è una rivendicazione di principio".

Motivo della protesta, l'accelerazione dell'approvazione alla camera dei Deputati del disegno di legge Moratti per il riordino dello stato giuridico dei professori universitari emanato il 31 luglio scorso, che già tante critiche ha riscontrato presso gli Atenei di tutta Italia. E' quanto è emerso nel corso di un incontro che si è svolto ieri pomeriggio presso la Stecca , sede della Facoltà, e che ha anche visto la partecipazione di ricercatori e docenti di Beni Culturali, Lingue, Scienze. Tutti aggregati spontanei e volontari, che hanno sentito il bisogno di manifestare il proprio dissenso verso una proposta legislativa che porterebbe al collasso dell'Università nell'arco di pochissimi anni, penalizzando la ricerca del nostro Paese e scoraggiando, in particolar modo, un sano ed equo accesso alla carriera accademica dei giovani.

Il Preside della Facoltà di Ingegneria, Domenico Laforgia (che per consentire lo svolgimento dell'assemblea dei ricercatori ieri ha fatto interrompere la normale attività didattica dalle 15 alle 19), tutto il corpo docente ed i rappresentanti degli studenti si sono dichiarati solidali con i ricercatori. L'esigenza fondamentale che si impone a questo punto è quella di sensibilizzare l'intera comunità studentesca sui motivi della protesta, operando in stretta sinergia con le altre facoltà dell'Ateneo salentino e confrontandosi anche con le altre realtà accademiche nazionali. E' emersa, infatti, la ferma convinzione che solo una forte coalizione di ricercatori e personale docente, oltre che di studenti e personale non docente, possa operare proficuamente, palesando il dissenso verso un disegno di legge che penalizza a dismisura sia i docenti che gli aspiranti dottori.

I TEMPI ED I MODI DELLA PROTESTA: Attualmente i ricercatori sostengono in maniera determinate l'attività didattica delle Università italiane ed essendo colonne portanti dell' offerta formativa accademica dei nostri giorni, sanno che fermando il normale svolgimento delle lezioni potrebbero attirare in modo determinante l'attenzione dei mass-media su di loro. Questo è quanto sta accadendo in altri Atenei del nostro Paese, ma i ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Lecce stanno responsabilmente evitando per il momento queste forme di protesta, consapevoli del fatto che esse creerebbero un forte disagio per gli studenti. "Il blocco dell'attività didattica in questo momento dell'anno comporterebbe danni irreparabili per lo studente d'ingegneria, che risulterebbe enormemente penalizzato dal mancato svolgimento delle ore di lezione per oltre due settimane.", hanno affermato gli stessi ricercatori nel corso dell'incontro di

ieri pomeriggio. Per questo, dopo la riunione si è deciso di provvedere alla creazione di appositi comitati per organizzare al meglio la protesta contro il disegno di legge Moratti, che partirà ufficialmente lunedì 11 ottobre.

Addetti a curare i rapporti all'interno della Facoltà ed al coordinamento con le altre Facoltà sono Paolo Congedo, Maria Grazia De Giorgi ed Arturo De Risi. Provvederanno alla stesura di un documento unitario Paola Cinella e Teresa Donateo; mentre Marco Anni, si occuperà dei rapporti con le altre università italiane e Giuseppe Ciccarella dei rapporti con la stampa. In tutto questo lavoro di organizzazione e coordinamento hanno dato la propria disponibilità anche docenti e ricercatori di altre Facoltà, come Patrizia Guida, di Lingue.

I ricercatori della Facoltà di Ingegneria, insieme ad altri ricercatori dell'Ateneo di Lecce, si riuniranno nuovamente lunedì prossimo 4 ottobre, alle ore 9,30. A partire dalle 10,30 l'incontro sarà aperto agli studenti, ai quali saranno spiegati da parte di ricercatori e docenti i motivi stessi della protesta.

I MOTIVI DELLA PROTESTA: Quello che i ricercatori ed i docenti non riescono proprio ad accettare è il nuovo disegno di legge in merito al riordino dello stato giuridico dei professori universitari, che rappresenta, secondo gli intervenuti all'incontro di ieri, solo l'epilogo di una strategia minatoria della stabilità del sistema universitario statale. "I problema è l'intero riordino dell'Università. Sulla base della presunta autonomia universitaria, vengono tolti i fondi alla ricerca, rendendo la nostra situazione pericolosamente precaria.- affermano i ricercatori, che sottolineano: "Si va verso un preoccupante impoverimento dell'Università statale, che si vedrà costretta, nel giro di pochi anni, a rinunciare alla ricerca per fare didattica, con il conseguente impoverimento globale di tutto il sistema accademico pubblico.". (Sul DDL Moratti si Legge testualmente: "Non si faranno più concorsi per nuovi ricercatori. Per svolgere attività di ricerca e di didattica integrativa le Università possono stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa con possessori di laurea specialistica, ovvero con studiosi in possesso di una qualificazione scientifica adeguata alle funzioni da svolgere. Il trattamento di questi contratti e' determinato da ciascuna Università nei limiti delle compatibilità di bilancio.", una cosa assolutamente inaccettabile per i ricercatori. Per quanto riguarda i docenti: "gli incarichi a tempo determinato, potranno avere una durata di anni, rinnovabile una sola volta; questi contratti a termine potranno essere trasformati, anche prima della scadenza, in contratto a tempo indeterminato previa valutazione del docente in base a criteri definiti dalle Università", altrettanto inaccettabile l'alta discrezionalità.)

Una delle conseguenze più disastrose del disegno di legge, sarebbe proprio la ricaduta, in termini di costi, sui poveri studenti e sulle loro famiglie, che si vedrebbero costrette a pagare cifre enormemente più alte di quelle che attualmente sostengono. Se uno studente attualmente costa 3.500 euro annui alla sua Università, è possibile che egli si veda costretto a pagare simili importi per intero, ovvero cifre quintuplicate rispetto a quelle che versa attualmente.

Un inquietante allarme, dunque, quello lanciato dai ricercatori di ingegneria, che sono supportati dal consenso e dalla solidarietà delle altre facoltà. L'obiettivo, ora, è quello di operare nel modo più proficuo possibile, al fine di rendere palese agli occhi degli studenti e dell'intera collettività, la gravità della situazione nella quale l'approvazione del disegno di legge Moratti porterebbe ad operare.

L'appuntamento è per lunedì 4 ottobre presso la Stecca , alle ore 9,30. Ovviamente i ricercatori invitano calorosamente a partecipare tutti i ricercatori ed i docenti delle altre Facoltà.

 

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