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Rassegna Stampa -> Rassegna Stampa - anno 2004

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# LA CHIMICA VERDE Maria Pia Romano 22/04/10
ore 20:02

LA CHIMICA VERDE
 

LA CHIMICA DELL 'AMBIENTE NEL SALENTO: LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO ED IL COINVOLGIMENTO DELLE DONNE

Conferenza Stampa sabato 17 Aprile ore 11 a Palazzo Adorno

Attraverso quest'incontro sul tema " La Chimica dell'Ambiente nel Salento: lo Sviluppo Sostenibile del territorio ed il coinvolgimento delle Donne" si intende focalizzare l'attenzione sull'importanza della Chimica Verde, oggetto di interesse sempre crescente da parte degli scienziati di tutto il mondo e campo della ricerca nel quale si mira a favorire il coinvolgimento della presenza femminile.

 

LA CHIMICA VERDE :

Il nome rende bene l'idea del campo di applicazione di questa scienza che, oggi più che mai, risulta di scottante attualità per la nostra società. In un mondo in cui l'altra faccia dell'evoluzione tecnologica sono stati i disastri ambientali e l'inquinamento, si avverte in maniera primaria l'esigenza di ridurre i rischi per territorio in cui viviamo, salvaguardando l'ambiente ed il nostro benessere.

La Chimica Verde , che poi è anche la Chimica dell'Ambiente, si occupa, appunto, di sostituire processi "non puliti", ovvero quelli in cui avviene la produzione di scorie inquinanti, con processi che non implichino l'immissione nell'ambiente di prodotti nocivi .

Uno degli ambiti di cui si occupa la Chimica Verde è quello di cercare di sostituire solventi organici inquinanti, come il cloroformio, il benzene o il toluene, con l'Anidride Carbonica supercritica. Per avere un'idea della sua assoluta non tossicità, basti pensare che l'uomo stesso immette anidride carbonica (CO2) nell'aria ogni volta che espira. L'aggettivo "supercritica" indica che, in determinate condizioni di temperatura e pressione, essa è stata liquefatta. E' possibile, quindi, usare l'anidride carbonica supercritica come solvente al posto di sostanza dannosissime per l'ambiente.

Gli studiosi che si occupano di Chimica Verde lavorano, quindi, per il benessere dell'uomo e dell'ambiente.

 

IL LABORATORIO DI MICROINQUINANTI ORGANICI:

Sarà attivo in autunno, presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università di Lecce, il Laboratorio di Microinquinanti Organici, che si occuperà di monitorare la presenza di microinquinanti organici nell'ambiente, analizzando matrici di diversa natura, dall'acqua ai terreni, dagli alimenti fino all'aria e ai liquidi, e di mettere a punto innovative metodologie di analisi e di decontaminazione. Questo laboratorio, che prevede un investimento di un milione di euro, sarà attrezzato con apparecchiature all'avanguardia e sfrutterà il know-how già consolidato del personale del Laboratorio del Consorzio INCA (Consorzio Nazionale La Chimica per l'Ambiente presieduto dal Professor Pietro Tundo) situato nel Parco scientifico tecnologico di Marghera, in provincia di Venezia.

Responsabile del Progetto a Lecce il Professor Ludovico Valli.

I microinquinanti organici sono dei composti con un tempo di persistenza nell'ambiente elevato. Essi derivano da una grande varietà di attività includendo l'industria, l'agricoltura, la termodistruzione dei rifiuti solidi e agricoli. Alcuni di essi sono: la diossina, i PCB (policlorobifenili), pesticidi di varia natura, dei quali è stato fatto ampio e indiscriminato uso in passato e le cui conseguenze si vedono tutt'ora. E' da sottolineare che il corpo umano è un potenziale accumulatore di queste sostanze nocive, che si depositano nei tessuti grassi ed il loro effetto sulla salute è ben documentato.

Il Laboratorio di Microinquinanti Organici sarà una realtà che si inserirà sul territorio operando in sinergia con le realtà pubbliche e private già presenti in Puglia e nel Sud Italia. Il fatto che a Lecce sarà inaugurata una struttura così avanzata tecnologicamente, oltre a creare nuove opportunità di lavoro, costituirà sicuramente un punto di forza per un territorio che punta ad elevare il livello qualitativo della ricerca scientifica. "La nostra forza è che abbiamo i tempi ed i mezzi per pensare al futuro, mentre viviamo in un presente tecnologicamente avanzato. Bisogna capire l'importanza della complementarietà ed agire in sinergia per rendere l'offerta di questo territorio sempre più avanzata e competitiva. Il Laboratorio sarà un'occasione di crescita anche per tutte le realtà private che operano nel campo dell'analisi, in quanto la presenza di un soggetto altamente qualificato a Lecce e nel Sud Italia costituirà un prezioso punto di riferimento per tutti.", sottolinea il dottor Giuseppe Ciccarella.

L'obiettivo è quello di rendere il Laboratorio di Microinquinanti Organici un punto di riferimento sia per l'intero Meridione che per tutta l'area che si affaccia sul bacino del Mediterraneo

 

L'ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA:

All'interno del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università degli Studi di Lecce, diretto dal Professor Lorenzo Vasanelli, oltre ad un nutrito gruppo di ingegneri che operano nei settori di loro competenza, svolgono la loro attività di ricerca altre figure professionali, come fisici e chimici. Particolarmente attiva per quanto riguarda il settore della Chimica dell'Ambiente è l'equipe di Chimica composta dal Professor Giuseppe Vasapollo, dai ricercatori Giuseppe Ciccarella e Giuseppe Mele, oltre che dagli assegnisti di ricerca Luigia Longo, Roberta del Sole e dal tecnico Donato Cannoletta.

Sono tante le attività svolte da questo gruppo di ricerca: nell'ambito di un progetto con il CUIS, Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino, si sta effettuando una mappatura delle specie vegetali tipiche del territorio. Inoltre, nell'ambito dei PON (Piani Operativi Nazionali) per il potenziamento della rete scientifica e tecnologica e cooperazione industriale nelle aree economicamente depresse, insieme al Consorzio INCA (Consorzio Nazionale La Chimica per l'Ambiente) ed alla Pierre Chimica di Galatina,, il professor Vasapollo e il suo gruppo di ricerca stanno lavorando all'estrazione da frutti e piante di antocianine , che sono delle importanti sostanze antiossidanti usate come coloranti e conservanti naturali nell'industria agroalimentare, mediante i metodi ecologici della Chimica Verde, ovvero attraverso l'utilizzo dell'anidride carbonica supercritica. Le antocianine sono dei pigmenti naturali appartenenti alla classe dei flavonoidi e responsabili della colorazione rossa, blu e porpora di fiori e frutti, come i ribes, le more, i mirtilli, ma anche l'uva e le ciliegie.

 

Il RUOLO DELLE SCIENZIATE:

Si è appena concluso il Corso di Formazione per "Esperte in progetti di ricerca sulla Chimica Verde e loro management", cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nell'ambito del P.O.N. "Ricerca scientifica, Sviluppo Tecnologico ed Alta Formazione 2000-2006" a titolarità del MIUR, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica, e supportato dall' Assessorato Pari Opportunità della Provincia di Lecce.

Il Corso è stato organizzato dal Consorzio Interuniversitario Nazionale della Chimica dell'Ambiente ed ha visto la partecipazione di esperte provenienti da ogni parte d'Italia, oltre che, naturalmente, dal Salento. L'obiettivo è stato quello di supportare la presenza femminile nel campo della ricerca scientifica della Chimica Verde attraverso un insieme integrato di attività frontali, esperienze internazionali in strutture di ricerca altamente qualificate ed attività applicative in laboratorio.

Alcune delle ricercatrici coinvolte nel corso saranno protagoniste adesso di uno studio sulla tracciabilità del territorio salentino. Per "tracciabilità" si intende l'individuazione di sostanze specifiche presenti in una data specie che ne caratterizzano inequivocabilmente l'identità. Ad esempio: olio prodotto nel Salento presenta determinate caratteristiche chimiche. Analizzando il problema della caratterizzazione del prodotto si può ottimizzare la produzione abbattendo i costi. Questo vale per l'olio, ma anche per il vino, i formaggi ed altri prodotti dell'industria agroalimentare. Attraverso la tracciabilità da una parte si difende il prodotto razionalizzando l'impiego di strutture comuni abbattendo i costi in produzione, dall'altra se ne tutela l'origine.

 

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